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Band

Faith No More

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I Faith No More sono un gruppo musicale statunitense fondato nel 1982 a San Francisco. Dopo essersi sciolti nel 1998, si riunirono nel 2009 dopo undici anni di inattività.

Il loro stile è un rock alternativo «debordante»[4] contaminato da elementi funk, thrash, hardcore e rap metal.[1][5] Vengono anche considerati un gruppo crossover, stile che anticiparono di qualche anno,[4][5] nonché esponenti del funk metal, dell'hard rock, e di varie espressioni di musica alternativa.[1]

Storia del gruppo

Gli inizi

Il primo nucleo della band sorse nel 1982 con il nome Faith No Man, con Mike "The Man" Morris alla voce ed alla chitarra, Roddy Bottum alle tastiera, Bill Gould al basso e Mike Bordin alla batteria.

Nel 1984 le prime registrazioni furono inserite nella compilation tape della tedesca Masking Tapes, poi divenuta Empty Records, dal titolo Numb Tongue No Taste, in cui figuravano alcuni brani degli italiani Crash Box e Dictatrista[6][7].

Dopo la separazione da Morris cambiano nome in Faith No More, ingaggiano Jim Martin alla chitarra e alla voce si alternano diversi cantanti, tra cui l'allora sconosciuta Courtney Love, fino ad arrivare a Chuck Mosley.

Quest'ultimo incide con loro We Care a Lot nel 1985 (la cui title track è una satira dei concerti di beneficenza come il Live Aid, e della canzone We Are the World di USA For Africa), e Introduce Yourself nel 1987.

L'arrivo di Mike Patton

Nel 1988 Chuck Mosley uscì dal gruppo per divergenze artistiche, e venne sostituito da Mike Patton.

Il 20 giugno 1989 pubblicano The Real Thing, promosso dopo un tour con i Metallica e di maggior seguito commerciale rispetto ai primi lavori, con due milioni di copie vendute ed un Grammy Award. Prove del talento di Patton sono ritenute Epic, Falling to Pieces (inserita anche nella colonna sonora di Beavis & Butt-head), la cover di War Pigs dei Black Sabbath e l'hard rock/funk psichedelico di From Out of Nowhere.[8] Il video di Epic riscuote un ottimo seguito su MTV e il gruppo si esibisce dal vivo anche agli MTV Video Music Awards e al Saturday Night Live del 1990.

Soprattutto fuori dagli Stati Uniti, è molto più fortunato l'album successivo Angel Dust (tre milioni di copie all'attivo), uscito nel 1992, trascinato da Easy (una cover dei Commodores) e da Midlife Crisis e promosso con un tour a fianco di Metallica e Guns N' Roses.

Il declino e lo scioglimento

Dopo aver supportato l'album nell'estate del 1993, il chitarrista Jim Martin lasciò la band a causa di conflitti interni. Secondo Roddy Bottum, Martin fu licenziato via fax. Tuttavia, Martin stesso afferma che fu sua la decisione di lasciare. Dopo l'abbandono di Martin sia a Justin Broadrick dei Godflesh che a Geordie Walker dei Killing Joke fu proposto di entrare nel gruppo ma entrambi rifiutarono. Martin venne così sostituito dall'amico di Patton ed ex Mr. Bungle Trey Spruance, e insieme registrarono il loro terzo album in studio, King for a Day...Fool for a Lifetime. Il terzo album varia notevolmente fra post-hardcore/punk, country, jazz, bossa nova, thrash metal, musica gospel, insieme ad altri elementi caratteristici del gruppo, che si intrecciano senza soluzione di continuità in tutto l'album rendendolo il favorito all'epoca tra i fan più fedeli. Viene lanciato dai singoli Ricochet, Digging The Grave e Evidence. Tuttavia, con un milione e mezzo di copie vendute, non riesce a replicare il successo dell'album precedente. Spruance lasciò dopo aver inciso l'album, subito prima che cominciasse il loro tour mondiale. Fu rimpiazzato da Dean Menta, il tecnico delle tastiere del gruppo,

Nel 1997 fu assunto come chitarrista Jon Hudson, ex compagno di stanza di Gould, e successivamente incisero Album of the Year. L'album debuttò con un successo più alto del previsto in alcuni paesi, viste le aspettative (ad esempio, in Germania, si classificò secondo e rimase in classifica per 5 mesi). Con un numero di copie vendute pari a poco più di un milione, e due milioni di copie complessive a livello mondiale, il sesto album registrò discreto successo in Europa e in Australia, dove si classificò in prima posizione e fu certificato come disco di platino, ma molto più basso negli Stati Uniti.

All'inizio del 1998, le voci sullo scioglimento dei Faith No More erano già diffuse. Un pettegolezzo pubblicato sul sito alt.music.faith-no-more sosteneva che Mike Patton aveva lasciato la band a favore di progetti paralleli: questa voce, anche se venne negata sul momento, si dimostrò essere almeno in parte vera. La band suonò nel suo ultimo show dal vivo a Lisbona, il 7 aprile 1998. Fu poi annullato il loro tour di supporto per gli Aerosmith e il 20 aprile Billy Gould rilasciò una dichiarazione via e-mail e fax, dicendo: «La decisione tra i membri è reciproca» e «la separazione consentirà a ciascun membro di proseguire i suoi progetti individuali senza ostacoli.» La band inoltre ringraziò «tutti quei fan e collaboratori che hanno sostenuto la band durante tutta la sua storia.» Così, dopo i singoli Ashes to Ashes, Last Cup of Sorrow e Stripsearch e la raccolta Who Cares a Lot?, il gruppo ufficializzò la notizia del suo scioglimento.

Dal 1998 al 2004 Patton è stato di nuovo impegnato con i Mr. Bungle.

La reunion e Sol Invictus

Delle voci sul fatto che i Faith No More sarebbero tornati insieme per degli spettacoli nel Regno Unito durante l'estate del 2009 circolavano già a fine novembre del 2008, ma vennero inizialmente respinte dal bassista Billy Gould. Tuttavia, il 24 febbraio 2009, dopo mesi di speculazioni, i Faith No More hanno annunciato il proprio ritorno sulle scene con la formazione di Album of the Year, celebrato con un tour europeo nei mesi estivi. Il tour è iniziato a giugno ed è continuato tra febbraio e marzo 2010 in alcune città australiane al Soundwave Festival. Dopo undici mesi di pausa, vi sono stati altri quattro concerti in Sud America nel novembre 2011. Alla prima data, l'8 novembre, la band ha suonato un brano inedito che ha portato a chiedersi se si trattasse di un loro nuovo lavoro. Hanno partecipato anche al Sonisphere Festival in Francia il 7 luglio 2012.

Dopo 6 anni senza aver composto nuovo materiale, il 10 febbraio 2015 il gruppo ha annunciato l'uscita del loro settimo album, Sol Invictus, in uscita nel maggio del 2015. Il disco è stato influenzato in parte dai The Cramps, Link Wray, Siouxsie and the Banshees e Roxy Music.[9] I primi due singoli sono Motherfucker e Superhero.

In un'intervista a giugno 2016, Jon Hudson ha rivelato di avere alcune idee per il prossimo eventuale album e che è qualcosa su cui vuole lavorare alla fine del tour.

Formazione

Attuale

  • Mike Patton – voce (1988-1998, 2009-presente)
  • Jon Hudson – chitarra (1996-1998, 2009-presente)
  • Bill Gould – basso (1981-1998, 2009-presente)
  • Roddy Bottum – tastiera (1981-1998, 2009-presente)
  • Mike Bordin – batteria (1981-1998, 2009-presente)

Ex-componenti

  • Mike "The Man" Morris – voce, chitarra (1981-1982)
  • Courtney Love – voce (1982-1984)
  • Chuck Mosley – voce (1984-1988)
  • Jim Martin – chitarra (1983-1993)
  • Trey Spruance – chitarra (1993-1995)
  • Dean Menta – chitarra (1995-1996)
  • Wade Worthington – tastiera (1981)

Timeline


Discografia

Album in studio

  • 1985 – We Care a Lot
  • 1987 – Introduce Yourself
  • 1989 – The Real Thing
  • 1992 – Angel Dust
  • 1995 – King for a Day... Fool for a Lifetime
  • 1997 – Album of the Year
  • 2015 – Sol Invictus

Album dal vivo

  • 1990 – Live at the Brixton Academy

Raccolte

  • 1998 – Who Cares a Lot?
  • 2003 – This Is It: The Best of Faith No More
  • 2005 – Epic & Other Hits
  • 2005 – The Platinum Collection
  • 2009 – The Very Best Definitive Ultimate Greatest Hits Collection

Singoli

  • 1987 – We Care a Lot
  • 1988 – Anne's Song
  • 1990 – From Out of Nowhere
  • 1990 – Epic
  • 1990 – Falling to Pieces
  • 1992 – Midlife Crisis
  • 1992 – A Small Victory
  • 1992 – Everything's Ruined
  • 1993 – Easy
  • 1993 – I'm Easy/Be Aggressive
  • 1994 – Another Body Murdered
  • 1995 – Digging the Grave
  • 1995 – Ricochet
  • 1995 – Evidence
  • 1997 – Ashes to Ashes
  • 1997 – Last Cup of Sorrow
  • 1997 – Stripsearch
  • 1998 – I Started a Joke
  • 2014 – Motherfucker
  • 2015 – Superhero
  • 2015 – Sunny Side Up

Videografia

Album video

  • You Fat Bastards: Live at the Brixton Academy
  • Video Croissant
  • Evidence
  • Who Cares a Lot: Greatest Videos
  • This Is It: The Best of Faith No More
  • Introduce Yourself

Video musicali

  • We Care a Lot
  • Anne's Song
  • Epic
  • Falling to Pieces
  • From Out of Nowhere
  • Surprise! You're Dead!
  • Midlife Crisis
  • A Small Victory
  • Everything's Ruined
  • Easy
  • Another Body Murdered
  • Digging the Grave
  • Ricochet
  • Evidence
  • Ashes to Ashes
  • Last Cup of Sorrow
  • Stripsearch
  • I Started a Joke

Note

  1. ^ a b c (EN) Faith No More, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 17 maggio 2015.
  2. ^ (EN) The mighty alternative rock band will play their first shows in over a decade this week at Brixton Academy and Download respectively., Metal Hammer, 6 giugno 2009. URL consultato il 28 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2009).
  3. ^ (EN) Rock Radio, Faith No More have announced a comeback season of festival shows. , su rockradio.co.uk. URL consultato il 28 marzo 2011.
  4. ^ a b Ezio Guatamacchi, Mille concerti che ci hanno cambiato la vita, Rizzoli, 2010, capitolo dedicato ai Faith No More.
  5. ^ a b Federico Guglielmi, Grande enciclopedia rock, Giunti Editore, 2002, p. 277.
  6. ^ Numb Tongue No Taste nel sito della Empty Records
  7. ^ Diego Nozza, Hardcore. Introduzione al punk italiano degli anni ottanta, Fano, Edizioni crac, 2011, ISBN 978-88-97389-02-6.
  8. ^ Tommaso Iannini, 2003, pp. 95-96.
  9. ^ "Faith no more announce details of first album in 18 years". The Guardian. 15-2-2015

Bibliografia

  • Riccardo Bertoncelli, Cris Thellung, Ventiquattromila dischi. Guida a tutti i dischi degli artisti e gruppi più importanti, Baldini Castoldi Dalai, 2006, ISBN 978-88-6018-151-0..
  • (EN) Peter Buckley, The rough guide to rock, Rough Guides, 2003, ISBN 1-84353-105-4..
  • Tommaso Iannini, Nu metal, Giunti Editore, 2003, ISBN 88-09-03051-6..
  • Luca Signorelli, Metallus. Il libro dell'heavy metal, Giunti Editore, 2001, ISBN 88-09-02230-0..
  • Martin C. Strong, The great rock discography, Giunti Editore, 1998, ISBN 88-09-21522-2.

Voci correlate

  • Fantômas
  • Imperial Teen
  • Mr. Bungle
  • Peeping Tom
  • Secret Chiefs 3

Altri progetti

Collegamenti esterni

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