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Musicista

Jeff Beck

Jeff Beck

nato il 24.6.1944 a Wallington, Greater London, Gran Bretagna

Jeff Beck

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Geoffrey Arnold "Jeff" Beck (Sutton, 24 giugno 1944) è un chitarrista e cantante britannico.

È uno dei chitarristi rock più influenti degli anni sessanta e settanta, nonché fra i più importanti per l'evoluzione della chitarra moderna, contribuendo alla definizione di questo strumento in un vasto spettro di generi, che include blues rock, heavy metal, fusion e hard rock.[1]

La rivista Rolling Stone lo ha inserito al quinto posto nella lista dei 100 migliori chitarristi[2], mentre nel 2009 è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame.

Biografia

Negli Yardbirds

Nato a Wallington, Beck da piccolo cantava nelle chiese e a dieci anni ebbe le sue prime esperienze strumentali suonando una vecchia chitarra acustica. Iniziò la propria carriera nei primi anni sessanta come turnista. La sua prima registrazione come chitarrista risale al 1964 per l'etichetta Parlophone che nello stesso anno pubblicò il singolo del gruppo The Fitz and Startz intitolato I'm Not Running Away, che vedeva So Sweet sul lato B. Nel 1965 fu reclutato dagli Yardbirds, che avevano appena perso Eric Clapton, trasferitosi nei John Mayall's Bluesbreakers. Fu con Beck che gli Yardbirds divennero un gruppo famoso sulla scena del rock britannico della fine degli anni sessanta. Beck, che in alcuni brani suonava anche il violino, si dimostrò un abile show man e nella formazione, assieme a Jimmy Page, appare anche nel film cardine della Swinging London: Blow-Up del 1966, in cui gli Yardbirds girarono alcune sequenze nelle quali Beck sfascia una chitarra (ad imitazione di Pete Townshend degli Who, scelti in un primo tempo per la pellicola di Antonioni).

Nel 1966 Beck condivise il proprio ruolo di chitarra solista degli Yardbirds con Jimmy Page. Con il gruppo riuscì a incidere un unico album, Roger the Engineer (1966); dopo 18 mesi, adducendo motivi di salute, abbandonò.

Jeff Beck Group

L'anno successivo Beck fondò una nuova band, chiamata Jeff Beck Group; includeva Rod Stewart alla voce, Ron Wood al basso, Nicky Hopkins al pianoforte e Mick Waller alla batteria. Il gruppo incise due album: Truth (1968) e Beck-Ola (1969). Entrambi questi lavori furono molto ben accolti dalla critica, e sono oggi considerati antesignani dell'heavy metal (tra l'altro precedettero di poco gli album dei Led Zeppelin).

Alla fine del 1969, attriti all'interno del gruppo portarono Stewart e Wood ad abbandonare. Beck creò una seconda incarnazione della band, con Clive Chapman al basso, Max Middleton alle tastiere, Cozy Powell alla batteria e Bob Tench alla voce. Questo gruppo prese una direzione artistica decisamente diversa dal precedente, unendo elementi pop, rock, rhythm'n'blues e jazz, anticipando la fusion. Pubblicarono due album: Rough and Ready (1971) e The Jeff Beck Group (1972). Anche questa seconda incarnazione del "Jeff Beck Group" si sciolse dopo poco tempo.

Nel 1972, Beck diede vita a un'altra formazione, il power trio Beck, Bogert & Appice, con Carmine Appice alla batteria e Tim Bogert al basso (sezione ritmica dei Vanilla Fudge); questa formazione incise anche un singolo di successo, una cover di Superstition di Stevie Wonder inserito poi nell'omonimo L.P..

Carriera solista

Nel 1975, Beck incise un album solista strumentale decisamente fusion, Blow by Blow, che ebbe un successo inaspettato di pubblico e di critica. Questo lavoro fu seguito da una collaborazione di Beck con Jan Hammer per l'album Wired (1976), un altro album molto apprezzato dalla critica.

In seguito, Beck incise in modo sporadico, dedicandosi a propri lavori solisti o discontinue collaborazioni. Fra i lavori solisti si devono citare There & Back (1980, con Simon Phillips e Jan Hammer), Flash (1985, con Rod Stewart e Jan Hammer), Jeff Beck's Guitar Shop (1989, con Terry Bozzio e Tony Hymas), Crazy Legs (1993), Who Else! (1999), e You Had It Coming (2001), Jeff (2003).

Fra le collaborazioni si possono citare quelle con Jon Bon Jovi, Les Paul, Cyndi Lauper, Roger Waters (Amused to Death), Brian May (Another World), ZZ Top (XXX), Carlos Santana e con molti altri artisti di fama mondiale. È vegetariano dal 1969[3].

Strumentazione

Jeff Beck è solito suonare chitarre Fender, anche se nel corso della sua carriera ha utilizzato in pubblico chitarre di altre marche tra cui la celebre Gibson Les Paul e le Charvel/Jackson, con un modello sviluppato con lo stesso Grover Jackson. Famosa è la sua Fender Esquire del 1954, di cui la Fender ha realizzato una replica in versione limitata a soli 100 esemplari. Attualmente Beck suona una Stratocaster realizzata da Fender su sue specifiche le cui caratteristiche peculiari sono: il "roller nut", un particolare capotasto dotato di sfere che agevolano lo scivolamento delle corde, e le meccaniche autobloccanti della Schaller, la cui combinazione permette di mantenere accurata l'accordatura anche a seguito di un uso drastico della leva del vibrato (tecnica in cui Jeff è tuttora considerato un maestro); il ponte a due viti, che permette una migliore escursione della leva; un manico (acero/palissandro) realizzato con un profilo esclusivo e, soprattutto, i pick-up Fender Hot Noiseless realizzati su sue specifiche, dotati di una pasta sonora più calda rispetto ai Noiseless che Fender usava sui suoi modelli deluxe prima del 2010 (nel corso della sua carriera Beck ha sviluppato diversi pick-up per chitarra elettrica, alcuni dei quali godono tuttora di grande popolarità fra i chitarristi rock, come ad esempio il "JB" realizzato per Seymour Duncan).

Fender produce e vende repliche di questa chitarra sia in edizione standard, sia in edizione "Custom Shop". Parlando delle sue chitarre, Jeff Beck ha dichiarato (1993) di possederne 44, delle quali solo una minima parte sarebbero strumenti buoni, aggiungendo che il più delle volte sceglie la Stratocaster, che considera uno strumento molto versatile. Jeff utilizza amplificatori prevalentemente di marca Marshall o Fender, e suona prevalentemente con le dita, ovvero senza l'utilizzo del plettro.

Discografia

Yardbirds

  • 1965 - For Your Love
  • 1965 - Having a Rave Up
  • 1966 - Roger the Engineer

Jeff Beck Group

  • 1968 - Truth
  • 1969 - Beck-Ola
  • 1971 - Rough and Ready
  • 1972 - Jeff Beck Group

Beck, Bogert & Appice

  • 1973 - Beck, Bogert & Appice
  • 1974 - Beck, Bogert & Appice Live in Japan

Da solista

  • 1975 - Blow by Blow
  • 1976 - Wired
  • 1980 - There & Back
  • 1985 - Flash
  • 1989 - Jeff Beck's Guitar Shop
  • 1999 - Who Else!
  • 2001 - You Had It Coming
  • 2003 - Jeff
  • 2010 - Emotion & Commotion
  • 2016 - Loud Hailer

Live

  • 1977 - Jeff Beck With the Jan Hammer Group Live
  • 2006 - Live At BB King Blues Club
  • 2006 - Live in Tokyo 99
  • 2007 - Official Bootleg USA '06
  • 2008 - Live at Ronnie Scotts
  • 2010 - Live and Exclusive from the Grammy Museum
  • 2011 - Rock & Roll Party: Honoring Les Paul
  • 2014 - Tokyo 2014 First Night
  • 2015 - Live+

Raccolte

  • 1991 - Beckology
  • 1995 - Best of Beck

Big Town Playboys

  • 1993 - Crazy Legs

Altri album

  • 1990 - Jon Bon Jovi - Blaze of Glory (colonna sonora film Young Guns II)
  • 1992 - Jeff Beck & Jed Leiber - Frankie's House (colonna sonora)
  • 1993 - Crazy Legs (cover di Gene Vincent)
  • 1992 - Duff McKagan - Believe in Me
  • 2013 - Roger Taylor - Fun on Earth
  • 2019 - Hollywood Vampires - Rise

Note

  1. ^ Riguardo a lui Slash disse: "Jeff Beck può imbracciare una chitarra scordata e col manico storto, e farla suonare meravigliosamente bene".
  2. ^ (EN) 100 Greatest Guitarists - 5. Jeff Beck, Rolling Stone. URL consultato il 6 agosto 2016.
  3. ^ Template:Sfn

Altri progetti

Collegamenti esterni

  • Sito ufficiale, su jeffbeck.com.
  • (EN) Jeff Beck, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
  • Jeff Beck, su Discografia nazionale della canzone italiana, Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi.
  • (EN) Jeff Beck, su AllMusic, All Media Network.
  • (EN) Jeff Beck, su Discogs, Zink Media.
  • (EN) Jeff Beck, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
  • (EN) Jeff Beck, su Internet Movie Database, IMDb.com.
Controllo di autorità VIAF (EN54331709 · ISNI (EN0000 0000 9073 0103 · Europeana agent/base/61041 · LCCN (ENn87808084 · GND (DE118850040 · BNF (FRcb1389-12865 (data) · BNE (ESXX850869 (data) · NDL (ENJA00620339 · WorldCat Identities (ENlccn-n87808084
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