George Szell

George Szell - © Carl Van Vechten (1954)

nato il 7.6.1897 a Budapest, Mittelungarn, Ungheria

morto il 30.7.1970 a Cleveland, OH, Stati Uniti d'America

George Szell

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

George Szell (Budapest, 7 giugno 1897  Cleveland, 30 luglio 1970) è stato un direttore d'orchestra e compositore ungherese. Egli è ricordato oggi per la sua lunga permanenza alla guida della Cleveland Orchestra, e per le incisioni che egli realizzò alla guida dell'orchestra di Cleveland e di altre ancora.

Szell arrivò a Cleveland nel 1946 per dirigere una buona orchestra, ma non adeguatamente dimensionata nel numero degli elementi, a seguito delle defezioni causate dalla seconda guerra mondiale. Alla sua morte venne accreditato dalla critica, secondo quanto scrisse Donal Henahan, di aver costruito "quello che molti critici auspicano sentire da un'orchestra sinfonica."[1][2] Attraverso le sue incisioni, Szell rimarrà presente per lungo tempo nel mondo della musica classica dopo la sua morte, ed in alcuni circoli il suo nome rimarrà inscindibilmente legato a quello della Cleveland Orchestra. Mentre era in tournée con l'Orchestra degli anni ottanta, il direttore Christoph von Dohnányi disse: "Noi diamo un gran concerto e George Szell rivive in esso."[3]

Biografia

I primi anni

Szell nacque a Budapest ma trascorse la sua infanzia a Vienna. Iniziò lo studio del pianoforte con Richard Robert. Un altro degli allievi di Robert fu Rudolf Serkin; Szell e Serkin divennero amici e si frequentarono per lungo tempo collaborando anche in campo professionale.[4] OLtre allo studio del pianoforte, Szell seguì corsi di composizione con Eusebius Mandyczewski (un amico personale di Brahms), e con il compositore Max Reger per un breve periodo. Appena quattordicenne firmò un contratto di dieci anni con la Universal Edition di Vienna. La produzione musicale di Szell risulta comunque sconosciuta ai giorni nostri. Oltre a scrivere musica originale egli realizzò un arrangiamento per orchestra, denominato From My Life, dal Quartetto n. 1 di Bedich Smetana.

All'età di undici anni, Szell iniziò a girare per l'Europa come pianista e compositore, debuttando a Londra giovanissimo. I giornali scandalistici britannici lo dichiararono il "nuovo Mozart." Nonostante la sua giovane età, egli si esibì con grandi orchestre nel duplice ruolo di compositore e pianista, debuttando con la Berliner Philharmoniker all'età di diciassette anni.[5]

Szell decise subito che non avrebbe voluto continuare la carriera come compositore e pianista, e decise quindi di dedicarsi alla direzione d'orchestra. Fece il suo debutto, non programmato, come direttore d'orchestra all'età di sedici anni. Un'estate, mentre era in vacanza con la famiglia, l'orchestra della località di villeggiatura in cui soggiornave, venne a trovarsi improvvisamente senza direttore (a seguito di un infortunio alle braccia del titolare). A Szell venne proposto di sostituirlo ed egli dopo quell'esperienza decise che quello sarebbe stata la sua professione futura. Smise immediatamente di comporre musica e suonò soltanto saltuariamente il pianoforte con qualche formazione di musica da camera. Nonostante le rare esibizioni come pianista, dopo l'adolescenza, egli rimase un ottimo esecutore. Durante la sua permanenza alla guida della Cleveland Orchestra, spesso mostrò ai pianisti come avrebbe voluto che eseguissero qualche particolare passaggio di una composizione.[5]

Nel 1915, all'età di diciotto anni, Szell ottenne un incarico dalla Berlin Royal Court Opera (ora Staatsoper). Li divenne amico del direttore Richard Strauss. Strauss riconobbe immediatamente il talento di Szell e rimase molto impressionato di come dirigeva la sua musica - Un giorno Strauss disse che sarebbe potuto morire felice, sapendo che vi era qualcuno che dirigeva così bene la sua musica. Infatti, Szell finì col dirigere parte della prima registrazione mondiale dell'opera Don Juan di Strauss. Essendo rimasto addormentato, Strauss si presentò in ritardo alla sessione di registrazione. Strauss aveva Szell come assistente, e siccome la sessione di incisione era stata pagata in anticipo, Szell decise di dirigere la prima metà dell'opera (poiché un lato di un disco a 78 giri non conteneva più di cinque minuti di musica, il pezzo venne suddiviso in quattro parti). Strauss arrivò quando Szell stava finendo di dirigere la seconda parte; egli esclamò che quello che aveva ascoltato era così buono che poteva essere presentato sotto il suo nome. Strauss proseguì dirigendo le ultime due parti, lasciando la metà diretta da Szell - come parte integrante della prima incisione del Don Juan.[5]

Szell disse di Strauss che era stato l'esempio che aveva più influenzato il suo stile direttoriale. Gran parte della sua gestualità, il suono cristallino della Cleveland Orchestra e la sua volontà di costruire l'orchestra, gli vennero dall'insegnamento di Strauss. I due rimasero dopo che Szell lasciò l'Opera nel 1919. Anche dopo la seconda guerra mondiale, quando Szell si stabilì negli Stati Uniti, Strauss si tenne informato sull'attività del suo discepolo-amico.[6]

Nel corso degli anni venti e trenta, girò l'Europa dirigendo nei teatri d'opera a Berlino, Strasburgo dove succedette a Otto Klemperer al Municipal Theatre, Praga, Darmstadt, Düsseldorf e Glasgow prima di divenire direttore principale, nel 1924, della Berliner Staatsoper, che nel frattempo aveva sostituito la Royal Opera. Nel 1930, Szell fece il suo debutto negli Stati Uniti a capo della Saint Louis Symphony Orchestra. In quel periodo era comunque noto più come direttore di opere che come direttore di musica sinfonica.

Dal 1937 al 1939 dirige la Royal Scottish National Orchestra.

Il trasferimento negli Stati Uniti

All'inizio della guerra in Europa, nel 1939, Szell, di ritorno da una tournée in Australia, decise di stabilirsi negli Stati Uniti a New York City.[1] Dopo un anno trascorso ad insegnare, Szell iniziò a ricevere frequenti inviti a dirigere da parte di diverse orchestre. Fra questi, di particolare importanza, furono una serie di quattro concerti alla guida della NBC Symphony Orchestra di Arturo Toscanini nel 1941. Nel 1942 fece il suo debutto alla Metropolitan Opera dove diresse la compagnia per i seguenti quattro anni. Nel 1943 debuttò anche alla guida della New York Philharmonic e nel 1946 divenne cittadino degli Stati Uniti.

La Cleveland Orchestra: 1946 - 1970

Nel 1946, gli venne proposto di divenire il direttore della Cleveland Orchestra. A quel tempo, questa era un'orchestra come tante altre le più famose orchestre statunitensi erano allora l'Orchestra di Filadelfia, la Boston Symphony Orchestra, la Chicago Symphony Orchestra, la New York Philharmonic e la NBC Symphony Orchestra). Per Szell, lavorare a Cleveland divenne un'opportunità per costruire l'orchestra forgiandola secondo la sua personalità, combinando il virtuosismo delle migliori orchestre statunitensi con l'omogeneita di suono delle migliori orchestre europee. Szell mise subito in chiaro che avrebbe voluto carta bianca nell'organizzazione artistica dell'orchestra se lo avessero voluto come prossimo direttore. A seguito dell'accettazione delle sue condizioni preliminari, da parte della presidenza dell'orchestra, accettò l'incarico che mantenne fino alla sua morte.

Il primo decennio fu speso nella scelta di bravi strumentisti, aumentando l'organico dell'orchestra a più di cento professori ed esercitandosi a lungo con il complesso. Le prove di Szell erano leggendarie per la loro intensità. Egli chiese la perfezione assoluta ad ogni strumentista e licenziò in tronco diversi musicisti per aver commesso degli errori o per aver avuto degli scontri con lui. Anche se Szell non era l'unico direttore con questo carattere Toscanini aveva un carattere dittatoriale questo non potrebbe accadere ai nostri giorni. Oggi le organizzazioni sindacali dei musicisti sono molto potenti e tutelano i loro interessi. Se Szell sentiva uno strumentista provare prima dell'esecuzione e non gradiva ciò che stava ascoltando, non esitava a riprendere il musicista e dargli dei consigli su come eseguire il passaggio, nonostante si fosse a pochi minuti dall'inizio dell'esecuzione. Lo stile autoritario di Szell si estese a questioni tutt'altro che artistiche, come dare disposizioni sul come lavare i pavimenti della Sala a quale marca di carta igienica usare nelle toilette del teatro.[7]

Szell orgogliosamente disse che: "la Cleveland Orchestra da sette concerti a settimana ed il pubblico è invitato a due." Alcuni critici trovarono che l'Orchestra suonava in concerto subito dopo aver provato, e mancava di spontaneità. Szell accettò questa critica, dicendo che l'orchestra faceva molto del suo miglior lavoro durante le prove. Ma gli standard elevati di Szell alla fine pagarono. Dalla fine degli anni cinquanta divenne chiaro al mondo che l'Orchestra di Cleveland, celebre per la sua precisione integra e dal suono cristallino, avrebbe a lungo dato filo da torcere alle più rinomate orchestre degli Stati Uniti e dell'Europa.

Oltre ad una serie di concerti annuali alla Carnegie Hall e sulla East Coast, Szell condusse l'orchestra nella sua prima tournée in Europa, Unione Sovietica, Australia e Giappone.

Stile direttoriale

Lo stile di Szell, durante le prove, è descritto da un aristocratico osservatore.[8][9] Egli prepara meticolosamente le prove ed è capace di eseguire l'intera opera al pianoforte per ricordarla.[10] Egli era particolarmente attento al fraseggio, alla trasparenza, al bilanciamento dell'architettura sonora e chiedeva il maggior livello di precisione possibile e disciplina ritmica ai suoi orchestrali.[11] Il risultato che ne scaturiva era un livello di precisione che si può trovare soltanto nei migliori quartetti d'archi.[12] Nonostante Szell fosse molto esigente, molti componenti della Cleveland Orchestra erano orgogliosi dell'integrità del suono alla quale Szell aspirava.[10] Alcuni filmati delle prove ci dicono che Szell spiegava all'orchestra ciò che desiderava e perché, esprimendo soddisfazione quando i suoi suggerimenti venivano messi in opera, ed evitando di riprovare le parti che erano risultate soddisfacenti.[13] La sua mano sinistra, che egli usava per dar forma ad ogni suono, venne spesso detta la più graziosa nel campo musicale.[14]

Come un risultato della precisione di Szell nelle prove particolarmente accurate, molti criticarono la musica di Szell come mancante di emozione. In risposta a tale critica, Szell espresse questo credo: "La linea di demarcazione è molto sottile tra chiarezza e freschezza, autodisciplina e severità. Esistono sfumature diverse di calore; dal calore casto di Mozart al calore sensuale di Pëtr Il'i ajkovskij, dalla passione nobile di Fidelio alla passione lasciva di Salomé. Non posso versare la salsa di cioccolato sugli asparagi."[7]

Pur essendo stato descritto come un esecutore molto legato alla lettura precisa delle opere che eseguiva, Szell non esitò ad eseguire musica in modo anticonvenzionale quando pensava che questo lo richiedesse; e fece diverse modifiche all'orchestrazione in alcuni pezzi di Beethoven, Schubert ed altri musicisti.[12]

Repertorio

Il repertorio principale di Szell era imperniato principalmente sulle opere austro-tedesche del genere classico e romantico, da Haydn, Mozart e Beethoven, attraverso Mendelssohn, Schumann e Brahms fino a Bruckner, Mahler e Strauss. Egli disse una volta che man mano che passavano gli anni restringeva consapevolmente il suo repertorio, dicendo che era "davvero il mio compito eseguire quei lavori che penso di essere qualificato a fare meglio, e perché sta scomparendo una certa tradizione con la scomparsa dei grandi direttori che sono stati i miei contemporanei, i miei idoli ed i miei impagabili insegnanti."[15]

Egli diresse anche musica contemporanea; realizzando numerose prime esecuzioni con la Cleveland Orchestra, e fu particolarmente in sintonia con compositori come Dutilleux, Walton, Prokofiev, Hindemith e Bartók. Szell promosse anche la collaborazione della Cleveland Orchestra' con compositori e direttori di avanguardia musicale come Pierre Boulez.[10] Allo stesso tempo, Szell fece assurgere a campioni di ascolto compositori come Haydn e Mozart in un periodo in cui le loro opere erano poco eseguite nei programmi dei concerti.

Altre orchestre

Dopo la seconda guerra mondiale Szell fu particolarmente legato alla Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam, dove fu frequentemente direttore ospite realizzando un certo numero di incisioni. Fu regolarmente sul podio della London Symphony Orchestra, dei Wiener Philharmoniker, e del Festival di Salisburgo. Dal 1942 al 1955, fu tutti gli anni sul podio della New York Philharmonic dove fu consigliere musicale dal 1969 al 1970 e direttore anziano negli ultimi anni della sua vita.

Vita familiare

Szell si sposò due volte. La prima nel 1920 con Olga Band, divorziando poi nel 1926. Il suo secondo matrimonio avvenne nel 1938 con Helene Schultz Teltsch, originaria di Praga; fu molto felice e durò fino alla sua morte.[1][16] Quando non lavorava, egli era un abile cuoco ed un patito delle automobili. Rifiutò regolarmente i servigi dell'autista che gli aveva messo a disposizione l'orchestra e amava guidare la sua Cadillac, per recarsi alle prove, quasi fino al termine della sua vita. Morì a Cleveland nel 1970.

Discografia

La maggior parte delle incisioni di Szell vennero realizzate con la Cleveland Orchestra per la Epic Records/Columbia Masterworks Records/CBS Masterworks Records (ora Sony Classical). Egli realizzò anche incisioni con la New York Philharmonic, la Wiener Philharmoniker e la Royal Concertgebouw Orchestra. Poche delle sue incisioni mono sono state riedite. Esistono molte incisioni dal vivo di opere che Szell non ha mai registrato in studio, anch'esse realizzate con la Cleveland Orchestra ed altre orchestre.

Qui di seguito è indicato un elenco delle incisioni più famose di Szell (tutte con la Cleveland Orchestra, e realizzate da Sony, la dove non diversamente indicato).

Ludwig van Beethoven:

  • Complete Symphonies/(Le 9 Sinfonie), Overtures, Incidental Music (The Original Jacket Collection) - Donald Bell/George Szell/Louis Lane/Cleveland Orchestra Chorus/Adele Addison/Jane Hobson/Cleveland Orchestra/Richard Lewis, (1957-64) SONY BMG
  • I concerti per pianoforte; Leon Fleisher (p) (1959-61)
  • I concerti per pianoforte; Emil Gilels (p) (1968, EMI)
  • Missa Solemnis (1967, TCO)

Johannes Brahms:

  • Le 4 sinfonie (1964-67)
  • Symphony No. 4, Academic Festival Overture, Tragic Overture - Cleveland Orchestra/George Szell, 1967 SONY BMG
  • I concerti per pianoforte; Leon Fleisher (p), Cleveland Orchestra (1958 & 1962) Sony BMG
  • I concerti per pianoforte; Rudolf Serkin (p) (1968 & 1966)
  • Concerto per violino; David Oistrakh (vn) (1969, EMI)
  • Double Concerto & Violin Concerto/Concerto per violino e violoncello; David Oistrakh (vn), Mstislav Rostropovich (vc), Cleveland Orchestra (1969, EMI) - Grammy Award for Best Classical Performance Instrumental Soloist or Soloists (with or without orchestra) 1971

Anton Bruckner:

  • Sinfonia n. 3 (1966)
  • Sinfonia n. 8 (1969)

Antonín Dvoák:

  • Sinfonie n. 7-9 (1958-60)
  • Danze slave (1962-65)
  • Cello Concerto In B-Minor, Op. 104/Concerto per violoncello; Pablo Casals(vc) / Czech Philharmonic Orchestra
    (1937, HMV) - Grammy Hall of Fame Award 1998
  • Concerto per violoncello; Pierre Fournier(vc) / Berliner Philharmoniker
    (1962, DG)

Joseph Haydn:

  • Sinfonie n. 92-99 (1957-69)

Zoltán Kodály:

  • Háry János Suite (1969)

Gustav Mahler:

Felix Mendelssohn:

  • Symphony No. 4 (1962)
  • Sogno di una notte di mezza estate, Overture and Incidental Music (1967)

Wolfgang Amadeus Mozart:

  • Sinfonie n. 35, 39-41 (1960-63)
  • Eine kleine Nachtmusik (Serenata K. 525) (1968)
  • Concerti per pianoforte; Robert Casadesus (p) (1955-68)
  • Quartetto per pianoforte n. 1-2; Budapest String Quartet, Szell (p) (1946)
  • Sonate per violino, K. 301 & 296; Raphael Druian (vn), Szell (p) (1967)

Modest Mussorgsky:

  • Quadri di una esposizione (1963)

Sergei Prokofiev:

  • Sinfonia n. 5 (1959)
  • Concerti per pianoforte n. 1 & 3; Gary Graffman (p) (1966)

Franz Schubert:

  • Sinfonia n. 8 "Incompiuta" (1957)
  • Sinfonia n. 9 "La Grande" (1957)

Robert Schumann:

  • La 4 sinfonie (1958-60)

Jean Sibelius:

  • Sinfonia n.2; Royal Concertgebouw Orchestra
    (1964, Philips)
  • Sinfonia n. 2 (1970) Ultima registrazione di Szell

Bedich Smetana:

Richard Strauss:

  • Don Juan (1957)
  • Don Quixote; Pierre Fournier (vc), Abraham Skernick (va) (1960)
  • I tiri burloni di Till Eulenspiegel (1957)
  • Morte e trasfigurazione (1957)
  • Til Eulenspiegel's Merry Pranks, Don Juan, Death and Transfiguration - Cleveland Orchestra/George Szell, 1957 SONY BMG
  • Vier letzte Lieder; Elisabeth Schwarzkopf (S) / Radio-Symphonie-Orchester Berlin (1965, EMI)
  • Four Last Songs, - Elisabeth Schwarzkopf/George Szell/London Symphony Orchestra, 1966/1969 EMI

Igor Stravinsky:

  • L'uccello di fuoco Suite (1919 version) (1961)

Pëtr Il'i ajkovskij:

Richard Wagner:

  • Overture, Preludi & Extracts da L'anello del Nibelungo (1962-68)

William Walton:

  • Sinfonia n. 2 "Liverpool" (1961)
  • Partita per Orchestra (1959)
  • Variazioni su un tema di Hindemith (1964)
  • Prokofiev: Symphony No. 5 - Bartók: Concerto for Orchestra - Cleveland Orchestra/George Szell, 1960/1966 SONY BMG

Note

  1. 1,0 1,1 1,2 Henahan, Donal. "George Szell, Conductor, Is Dead", The New York Times, 31 luglio 1970, pp. p. 1.. URL consultato il 15 luglio 2007.
  2. Richard Brown; Brown, Gene. The Arts . New York, Arno Press, 1978. ISBN 0-405-11153-3
  3. Oestreich, James R.. "Out From Under the Shadow", The New York Times, 26 gennaio 1997.
  4. Donald Rosenberg. The Cleveland Orchestra Story: "Second to None". Cleveland, Gray & Company, 2000. 238 ISBN 1-886228-24-8
  5. 5,0 5,1 5,2 George Szell. Intervista con John Culshaw. BBC, Londra. Settembre 1968.
  6. Mermelstein, David (1997): "George Szell and Richard Strauss." (Liner notes). Sony Music Entertainment Inc.
  7. 7,0 7,1 Rosenberg, Donald (2000). The Cleveland Orchestra Story: "Second to None". Cleveland: Gray & Company, p. 238. ISBN 1-886228-24-8
  8. Bernheimer, M.. Proper Conduct. maggio 2002
  9. Gary Graffman, CIM Commencement Address. 21 maggio, 2007
  10. 10,0 10,1 10,2 McLanathan, R.B.K., Braun, G., and Brown, G.. The Arts . Ayer Publishing, 1978. ISBN 0405111533
  11. Adelstein, B.. Conductors
  12. 12,0 12,1 Schiff, D. (18 luglio 1999). Rehearing Szell: Intensity Without Ponderousness . New York Times.
  13. Video of Szell rehearsing the 2nd movement of Beethoven Fifth Symphony
  14. (22 Fbreuary 1963) The Glorious Instrument . Time. URL consultato il 7 giugno 2008.
  15. Kozinn, Allan. "Filling Out the Picture of an Autocratic Maestro", The New York Times, 19 ottobre 1997. URL consultato il 15 luglio 2007.
  16. Charry, Michael. George Szell: Biography and Chronology. SonyClassical, 2005. URL consultato il 15 luglio 2007 .

Bibliografia

  • Michael Charry; Sadie, Stanley ed.. George Szell in The New Grove Dictionary of Music and Musicians, 2nd ed. Londra, MacMillan, 2001. vol. 24; pp. 880881 ISBN 0-333-60800-3 |
  • Harold Schonberg. The Great Conductors. New York, Simon & Schuster, 1967. 337340; Index ISBN 0-671-20735-0
  • Nicolas Slonimsky; Kuhn, Laura Diane. Bakers Biographical Dictionary of Musicians. New York, G. Schirmer, 2001. vol. 6; pp. 35593560 ISBN 0-02-865525-7 |

Altri progetti

Collegamenti esterni

Questa pagina è stata modificata l'ultima volta il 27.04.2014 22:05:43

Questo articolo si basa sull'articolo George Szell dell'enciclopedia liber Wikipedia ed è sottoposto a LICENZA GNU per documentazione libera.
In Wikipedia è disponibile una lista degli autori.