Bill Frisell

Bill Frisell

nato il 18.3.1951 a Baltimore, MD, Stati Uniti d'America

Bill Frisell

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William Richard "Bill" Frisell (Baltimora, 18 marzo 1951) è un chitarrista e compositore statunitense di musica jazz.

È considerato uno dei chitarristi più rappresentativi della sua generazione.[1] Nei dischi a suo nome, come nelle collaborazioni con altri musicisti, ha spaziato tra i più diversi generi e stili.[2]

Biografia

Frisell è nato a Baltimora, Maryland. Ha passato la gran parte della sua giovinezza nella zona di Denver in Colorado dove ha studiato musica alla University of Northern Colorado. Ha poi studiato alla Berklee School of Music di Boston e con Jim Hall, che avrà una grande influenza sul suo stile.

La carriera da professionista inizia nel 1979 quando Pat Metheny, impossibilitato a partecipare ad una session, lo raccomanda a Manfred Eicher della ECM. A quel punto Frisell diventa il chitarrista interno dell'etichetta, suonando in diversi dischi, tra cui Paths, Prints di Jan Garbarek nel 1981. Il suo primo lavoro solista è In Line, un disco di sola chitarra tranne un'apparizione di Arild Andersen al basso in una traccia. Registra anche due album sperimentali con Vernon Reid

È in questo periodo che si trasferisce a New York City, dove si creano collaborazioni durature: il leggendario trio di Paul Motian, con Joe Lovano al sassofono. Il quartetto con Kermit Driscoll al basso, Joey Baron alla batteria e Hank Roberts al violoncello. L’entourage di John Zorn, come il gruppo Naked City, ma anche Bobby Previte, Tim Berne, Wayne Horvitz.

Nel 1992 i suoi dischi più acclamati: Have a Little Faith, un'ambiziosa rivisitazione di classici americani, da Charles Ives ad Aaron Copland ("Billy the Kid"), da Bob Dylan a Madonna (una straziante "Live to Tell"); e This Land, una raccolta di composizioni originale.

Nella seconda metà degli anni 90 si trasferisce a Seattle, dove si lega a nuovi musicisti e a nuovi stili. Approfondisce il suo interesse per gli stili classici americani, il country, bluegrass, il blues mostrando un lato sempre più intimo.

Ha frequentemente collaborato con artisti pop-rock come Elvis Costello, Suzanne Vega, Ginger Baker, Ryūichi Sakamoto, Marianne Faithfull, David Sylvian[3].

Nel 1995, fra le altre cose, compone le musiche originali per il film La scuola del regista italiano Daniele Luchetti. Il regista racconta che i brani della colonna sonora sono stati composti a casa di Frisell. Il chitarrista improvvisava i temi della colonna sonora mentre guardava una copia in italiano e non ancora finita del film che lo stesso Luchetti aveva portato con sé a Seattle.

Nel 2001 pubblica Bill Frisell with Dave Holland and Elvin Jones, interessante disco dove spesso il suono del trio diventa da quartetto: la chitarra acustica e l'elettrica sono spesso presenti insieme, la batteria dilata il tre nel quattro e Dave Holland regge con puntualità ed ingegno l'equilibrio del suono.

Il 2003 vede l'uscita di "The Intercontinentals" , dove esplora la world music in compagnia di Christos Govetas, Greg Leisz, Vinicius Cantuaria, Sidiki Camara e Jenny Scheinman.

Per il suo disco Unspeakable, Frisell vince nel 2005 il Grammy Award come Best Contemporary Jazz Album.

Nel 2016 pubblica l'album When You Wish Upon A Star che contiene brani tratti da celebri colonne sonore, con omaggi anche a Ennio Morricone e Nino Rota.[4]

Note

  1. ^ AllMusic Biography: Bill Frisell, su allmusic.com. URL consultato il 15 maggio 2014.
  2. ^ The History of Rock Music: Bill Frisell, su scaruffi.com. URL consultato il 15 maggio 2014.
  3. ^ Anil Prasad, David Sylvian Blowing hearts and minds wide open, innerviews.org, 2005. URL consultato il 3 gennaio 2018.
  4. ^ My Way: Bill Frisell rende omaggio a Morricone e Rota, su my-way-online.blogspot.it. URL consultato il 2 febbraio 2016.

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Collegamenti esterni

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