Banca dati musicale

Band

Clash

The Clash

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The Clash

I Clash in concerto nel 1980 ad Oslo. Da sinistra Strummer, Jones e Simonon.
Paese d'origine  GBR
Genere British punk[1]
Punk rock[1]
Dance punk[1]
Post-punk
Reggae
Dub
New Wave[1]
Rockabilly
Rock and roll[2]
Periodo di attività
1976-1986
Album pubblicati 18
Studio 6
Live 2
Raccolte 10
Sito ufficiale
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I Clash sono stati un gruppo musicale british punk britannico. Attivi dal 1976 al 1986, furono uno dei gruppi più acclamati dalla critica del periodo. Formati principalmente da Joe Strummer (voce, chitarra ritmica), Mick Jones (chitarra solista, voce), Paul Simonon (basso, voce) e Nick "Topper" Headon (batteria, percussioni). Headon lasciò il gruppo nel 1982, e Jones nel 1983, il gruppo proseguì con nuovi membri negli anni successivi, ma all'inizio del 1986 si sciolse definitivamente.

I Clash erano famosi per la loro varietà musicale (nel loro repertorio trovano posto reggae, dub, rap, rockabilly e altri generi), per la sofisticatezza lirica e politica che li distingueva dalla maggior parte dei loro colleghi appartenenti al movimento punk e per le loro esibizioni dal vivo particolarmente intense. Inseriti al trentesimo posto nella classifica degli artisti immortali stilata dalla rivista Rolling Stone[3], i Clash sono anche noti come The Only Band That Matters (l'unico gruppo che conti).

Storia

Dalla formazione a Give 'Em Enough Rope (1976 - 1978)

Gli inizi

I Clash si formano a Londra nel 1976, durante la prima ondata del punk britannico. Mick Jones dall'età di dodici anni strimpella una chitarra e ascolta New York Dolls e Mott the Hoople grazie ai dischi di vinile che sua mamma gli spediva regolarmente dall'America, dove era scappata insieme a un soldato statunitense; più avanti forma un gruppo, i London SS, nel quale transiteranno personaggi che saranno in prima fila nel punk inglese quali Brian James, Rat Scabies (in seguito entrambi nei Damned) e Tony James (Generation X).

Conosce Bernard Rhodes (Bernie), che in breve diventa il manager dei London SS. L'apporto di Bernie al gruppo si rivela fondamentale nelle scelte iniziali e per il grande contributo stilistico.

Contemporaneamente un ragazzo dal look originale fa un provino come cantante: si tratta di Paul Simonon. Paul rappresenta il classico "Rude Boy", fascinoso ma con nessuna esperienza musicale. Bernie, un giorno, lo vide entrare in sala prove: un ragazzo alto, biondo, con l'espressione da duro era perfetto per il gruppo. Sarà proprio Jones ad impartirgli lezioni di basso, dopo alcuni disastrosi tentativi con la chitarra. Il gruppo è formato da Jones alla chitarra, Simonon al basso, Keith Levene alla chitarra.

Come cantante, guidati dal manager Bernie, i quattro reclutarono Joe Strummer dai 101'ers ("Tu vai bene", gli dissero, "ma il tuo gruppo fa schifo". Si racconta che Rhodes diede a Strummer 48 ore di tempo per firmare, ma lo richiamò per avere una risposta in 24 ore). Joe Strummer (letteralmente "Joe lo strimpellatore"), nato ad Ankara da buona famiglia a differenza dei soci. Si racconta che Joe stava camminando per strada quando Mick e Paul gli vennero incontro e Mick lo apostrofò in modo poco ortodosso, per il suo essere borghese. Joe rimase colpito dal ragazzo rude e quando scoprì che suonava nel gruppo in cui era stato chiamato si affrettò a contattare Bernie. Joe era dotato di una voce roca e graffiante e un'ottima capacità di scrivere testi. Saranno queste doti, tra le altre, a caratterizzare lo stile inconfondibile dei Clash ed a conferirgli il successo raggiunto.

I ragazzi erano installati in un edificio abbandonato, adibito a sala prove, il Rehearsal Rehearsals, che divenne la base operativa del gruppo. Alla batteria venne chiamato Terry Chimes.

Fu così che i Clash nome pensato da Simonon dopo aver notato che il termine ricorreva in tutti i giornali ebbero inizio.

Il loro primo concerto si tiene il 4 luglio del 1976 al Black Swan di Sheffield come spalla dei Sex Pistols. La performance si rivela un mezzo insuccesso, ma i Clash sfornano pezzi che diventeranno veri e propri "anthem" come Janie Jones, London' s Burning, 1977. È celebre la frase di Strummer: "Valgono più due minuti di Johnny Rotten che due ore di 101' ers". Da qui inizia la stagione d'oro del gruppo londinese, a cominciare dall'enorme successo ottenuto durante il "Punk Rock Festival" tenutosi a Londra nel settembre dello stesso anno e che, tra l'altro, fu affrontato per la prima volta senza l'originario chitarrista Keith Levene il quale, lasciati i Clash, formerà più avanti i Public Image Ltd, il gruppo post-punk di Johnny Rotten. Keith Levene, nella sua breve permanenza nei Clash, contribuì alla scrittura di almeno una canzone, What's My Name (Levene, Jones, Strummer), che venne inserita nel primo LP dei Clash.

Una prima esperienza in studio di registrazione fu con il promettente Guy Stevens per un demo con l'etichetta Polydor, ma le registrazioni, risalenti al novembre 1976, non furono convincenti e vennero accantonate. Nel frattempo Terry Chimes lascia, riappare solo per le registrazioni del primo album, e come sostituto temporaneo viene ingaggiato Rob Harper[4].

Nel dicembre del 1976 i Clash si unirono ai Sex Pistols e The Damned per il disastroso Anarchy Tour, un continuo di date annullate, con solo sette concerti effettivamente eseguiti, a causa della bestemmia di un membro dei Sex Pistols in diretta Tv.

I Clash legavano la loro identità alla condizione giovanile proletaria inglese, invocavano una presa di coscienza dei kids, pretendevano il riscatto delle nuove generazioni, denunciavano il vuoto e le sofferenze nelle quali erano costretti a vivere. I loro messaggi erano diretti ed in fondo anche positivi nella loro rabbia, a differenza del nichilismo senza via d'uscita espresso dai Pistols.

Il primo album: The Clash

Nel 1977 Strummer e Jones pongono le basi per la realizzazione del primo disco del gruppo, componendo tra gli altri pezzi come "What's My Name", prima canzone del gruppo, 48 Hours e I'm So Bored with the U.S.A., quest'ultimo intitolato originariamente "I'm So Bored with You". Il titolo ed il testo verranno modificati quando Strummer durante le prove in studio, cambiò la parola "You" in "USA", e di conseguenza anche il testo (che parlava di una storia sentimentale di Mick Jones) venne rivoluzionato, divenendo un attacco diretto al tentativo di "americanizzazione culturale" dell'Inghilterra[5].

Nel gennaio dello stesso anno il gruppo firmò un contratto con la CBS Records per la cifra di sterline[5]. Richiamato Terry Chimes per le registrazioni, i Clash si fanno produrre dal tecnico del suono per i loro concerti, Mickey Foote. Pubblicarono il loro primo singolo discografico (White Riot, marzo 1977) e il loro primo album discografico (The Clash, aprile 1977), ottenendo un successo considerevole nel Regno Unito, anche se la CBS inizialmente rifiutò di pubblicare l'album negli USA, sostenendo che il suono era troppo rozzo[4]. La CBS fu spesso scorretta con il gruppo, a cominciare dalla pubblicazione del singolo Remote Control senza autorizzazione[4]; le scorrettezze, frequenti da parte delle etichette discografiche, furono poi criticate nella canzone Complete Control. Quest'ultima venne scritta da Strummer, che si riferiva alla frase più volte utilizzata dal loro manager Bernie Rhodes, in riferimento al controllo delle case discografiche sulla musica.

Solo dopo due anni di successi nelle vendite del disco di importazione inglese, verrà pubblicata negli USA una versione modificata del loro primo album (le copertine erano verdi con un'immagine stilizzata, nella copia inglese la scritta "The Clash" era in basso, nella versione americana in alto). Inoltre nella versione americana il brano I'm So Bored With The U.S.A. fu censurato. L'album, dal suono ruvido e dai testi rabbiosi e politicizzati, è rimasto tra i classici del punk rock.

A seguito della pubblicazione del loro primo album, i Clash sono nuovamente senza batterista e dopo alcuni provini ingaggiano Nick "Topper" Headon. Headon, che possedeva un notevole talento musicale, pensava di restare per un breve periodo. Rimase invece coi Clash fino alla fine del 1982, essendo presente per gran parte della carriera della band e soprattutto in quella di maggior successo.

A maggio del 1977 (con la formazione ormai stabilizzata dopo l'arrivo di Headon) prese il via il White Riot Tour, con i Buzzcocks e i Jam tra i gruppi di supporto. Il tour oltre ad Inghilterra ed Irlanda, tocca anche Svezia, Francia e Germania.

All'inizio i Clash si fecero notare per il loro evidente aspetto di sinistra e gli abiti su cui campeggiavano slogan rivoluzionari (Sten Guns in Knightsbridge, Under Heavy Manners). Nel corso del 1977, Joe Strummer e Mick Jones fecero dentro e fuori dal carcere per un numero di crimini minori che andavano dal vandalismo, al furto di una federa, al consumo di marijuana[6], mentre Simonon e Headon vennero arrestati per aver sparato a dei piccioni con un fucile ad aria compressa. Strummer verrà arrestato anche per aver tracciato la scritta "The Clash" con una bomboletta spray su un muro a Camden Town.

Give 'Em Enough Rope

Nel gennaio 1978, Jones e Strummer decidono di compiere un viaggio in Giamaica, per approfondire la conoscenza della cultura rasta: il gruppo all'epoca ascoltava molta musica reggae. Il viaggio, che li porta a toccare tutta la povertà e l'ostilità verso i bianchi presente nell'isola, porterà alla creazione di diversi pezzi influenzati dal reggae, tra i quali (White Man) in Hammersmith Palais e Safe European Home[4], quest'ultima composta al Pegasus Hotel di Kingston[5]. Al rientro dalla Giamaica, Joe Strummer contrarrà l'epatite, e dopo una lunga degenza, tornerà insieme al gruppo, che nel frattempo si troverà a dover far fronte alle sempre più pressanti richieste della CBS, che richiede al gruppo un suono più pulito per il lancio sul mercato statunitense. Segue quindi un periodo di tensione tra il gruppo (che non vuole scendere a patti con nessuno, neanche con Rhodes) e la casa discografica.

Nonostante le tensioni, le registrazioni del loro secondo album, Give 'Em Enough Rope, prodotto da Sandy Pearlman, iniziano nell'aprile 1978. Give 'Em Enough Rope sarà anche il primo album in cui Topper Headon compare in tutte le tracce. Pearlman era impressionato dall'abilità e dalla precisione di Headon e lo soprannominò "The Human Drum Machine" ("la batteria umana"). A tal proposito si può citare un episodio in cui Pearlman chiese a Topper di suonare la parte del rullante di Tommy Gun al contrario, cosa che riuscì a fare al secondo tentativo. Secondo Pearlman era qualcosa di inconcepibile per qualsiasi batterista e si potrebbe ottenere lo stesso effetto solo con la tecnologia attuale[4]. Le registrazioni dell'album verranno interrotte dal tour inglese Out on Parole Tour, con gruppi di supporto come The Specials e Suicide. Give 'Em Enough Rope verrà infine pubblicato nel novembre 1978 e debutterà al numero due della classifica britannica, ma non riuscirà ad entrare nei primi 100 nel mercato statunitense, il più grande mercato musicale del mondo.

Dopo le registrazioni, a New York, i rapporti con il manager Bernie sono ormai deteriorati e nell'ottobre del 1978 i Clash licenziano il loro manager (con cui ebbero strascichi legali), alla vigilia di un grande tour negli Stati Uniti, perdendo anche la loro base di riferimento, i Rehearsals[4] Il rapporto con Bernie Rhodes fu caratterizzato da molta ammirazione ma anche da frequenti contrasti: la gestione del gruppo venne addirittura definita "stalinista" da Joe Strummer[4], a causa delle decisioni prese senza consultarli e delle pretese di controllo sui Clash.

Give 'Em Enough Rope fu il primo album dei Clash ad essere pubblicato da un'etichetta statunitense (anche se l'edizione britannica del primo album fu un bestseller d'importazione negli USA), e per promuoverlo i Clash si imbarcarono nel loro primo tour statunitense all'inizio del 1979, insieme a Barry Scratchy Myers, tour che si rivelò un grande successo. Il loro primo album non ebbe una pubblicazione ufficiale negli USA fino al luglio 1979, e comunque uscì in forma drasticamente rivista rispetto alla versione pubblicata altrove. Questo comprendeva una versione ruggente di I Fought the Law di Sonny Curtis, ripresa dalla versione di Bobby Fuller (in origine presente sul loro primo EP The Cost of Living).

Il successo mondiale e l'evoluzione musicale (1979 - 1982)

London Calling

Il successo di pubblico e critica negli USA arrivò con London Calling, un album doppio pubblicato nel dicembre 1979, venduto al prezzo di un album singolo (su insistenza della band). A fianco del punk classico, presentava una serie di stili più ampia degli album precedenti, tra cui il rockabilly in stile americano e il reggae che risuonava assieme al movimento ska britannico.

Per la produzione dell'album i Clash si affidarono a Guy Stevens, noto per il grande talento nell'R&B, mentre per le prove e le registrazioni preliminari i Clash trovano una nuova base, i Vanilla Studios, un garage riadattato.

L'album è considerato una pietra miliare, e canzoni come Train in Vain, Clampdown e London Calling si sentono con regolarità sulle stazioni radio di musica rock dei giorni nostri. Il tema politico è molto frequente (anche se non l'unico): Spanish Bombs ricorda la guerra civile spagnola; The Guns of Brixton (composta e cantata da Paul Simonon) la situazione incandescente del quartiere popolare londinese abitato da immigrati; Clampdown è al tempo stesso un ricordo dei crimini nazisti ed una critica al sistema capitalista; Koka Kola uno sguardo spietato sulla realtà americana; infine Revolution Rock è il vero manifesto politico della band.

Il titolo di London Calling (anche se l'album doveva essere originariamente intitolato "The Last Testament"[4]) evoca la frase pronunciata dall'annunciatore radiofonico statunitense Edward R. Murrow durante la seconda guerra mondiale, e la canzone che dà il titolo all'album annuncia che "...war is declared and battle come down..." ("la guerra è decisa e inizia la battaglia"). Mette in guardia contro l'aspettativa di vederli come dei salvatori "... now don't look to us / Phoney Beatlemania has bitten the dust..." ("non rivolgetevi a noi / la sciocca Beatlemania è morta") ritrae un disegno disperato del periodo; "The ice age is coming, the sun's zooming in / Engines stop running, the wheat is growing thin" ("L'era glaciale sta arrivando, il sole implode / i motori smettono di funzionare, il grano cresce rachitico") ma chiama gli ascoltatori a uscire dal loro stupore drogato e a intraprendere la lotta senza guardare costantemente a Londra, o agli stessi Clash, per indicazioni "Forget it, brother, we can go it alone... Quit holding out and draw another breath... I don't wanna shout / But while we were talking I saw you nodding out..." ("Scordatelo fratello, possiamo fare da soli... smetti di resistere e fai un altro respiro... Non voglio urlare / ma mentre parlavamo ti ho visto fare un cenno...") chiedendo alla fine, "After all this, won't you give me a smile?" (Dopo tutto questo, non vuoi rivolgermi un sorriso?).

Sandinista! e il tour mondiale

I Clash alla fine del 1980 fecero seguire a London Calling un triplo album (in vendita al prezzo di un doppio), intitolato Sandinista! (con numero di catalogo FSLN1, dalle iniziali spagnole del movimento Sandinista, Frente Sandinista de Liberación Nacional). Il risultato fu un lavoro vario, con la band che continuava ed anzi accresceva la sua sperimentazione nel reggae e nel dub (Let's Go Crazy) e si espandeva in altri stili musicali e tecniche di produzione, che comprendevano jazz (Look Here), rap rock (The Magnificent Seven è ritenuta la prima incursione in quel genere da parte di un gruppo di bianchi), valzer (Rebel Waltz), il canto del figlio piccolo del tastierista Mickey Gallagher, e Mensforth Hill, un collage di loop registrati su nastro simile a Revolution 9 dei Beatles. Non mancano i brani completamente politici, tra i quali spicca certamente Washington Bullets, fortissima denuncia verso il coinvolgimento americano nell'America Centrale ed in Sudamerica (in particolare a Cuba ed in Cile), a loro parere di chiaro stampo fascista.

Questa contaminazione di generi comunque deluse i fan, che erano confusi in quanto si aspettavano un album più chiaramente punk come i primi, e le vendite scesero, anche se negli USA furono migliori che in precedenza.

A seguito della pubblicazione di Sandinista! i Clash, nel febbraio 1981, richiamarono Bernie Rhodes come manager, una decisione che aprì molti contrasti. Poco dopo si imbarcarono nel loro primo tour mondiale, che comprendeva concerti in Asia orientale e in Australia, nonché una tappa prolungata a 17 concerti per due settimane a New York al Bond's International Casino[4].

Inizialmente erano previsti otto concerti al Bond's, dal 28 maggio al 3 giugno[7], ma dopo il termine della prima esibizione alcuni ispettori del corpo dei vigili del fuoco ispezionarono l'edificio, e dichiararono che la struttura non aveva le garanzie di sicurezza necessarie per ospitare più di 3200 persone, quindi la sera successiva si dovette impedire l'ingresso al circa 1500 persone. Il giorno seguente, l'edificio fu ufficialmente dichiarato soggetto a pericolo di incendi, e venne chiuso; in seguito alla chiusura si verificarono episodi di disordine pubblico in Times Square[8], ma infine venne trovata una soluzione: i Clash avrebbero tenuto altri quattordici concerti ad un pubblico ridotto, in modo da poter garantire lo spettacolo ad ogni possessore del biglietto. Successivamente il gruppo comprese che erano stati coinvolti in uno scontro tra gli organismi municipali e i club newyorkesi[9], anche se riuscirono a volgere la situazione a proprio vantaggio, infatti i Clash divennero la principale notizia per quasi tutte le stazioni radiotelevisive.

I concerti lasciarono una grande impronta nel panorama musicale newyorchese:

I Clash invitarono sul palco del Bond's numerosi personaggi politici e non politici con cui si sentivano vicini culturalmente, Joe Strummer invitò il portavoce del comitato di solidarietà del popolo salvadoregno a fare un discorso durante l'esecuzione di Washington Bullets, in seguito, il 10 giugno, il poeta beat Allen Ginsberg salì sul palco recitando una poesia intitolata Capital Air[10].

Dei concerti è stato pubblicato un album bootleg, The Clash at Bond's Casino.

Nel mese di giugno i Clash tornarono in Gran Bretagna, e a Londra trovarono una nuova sala prove, in Freston Road[11], all'interno di un edificio trasformato in sala prove chiamata Ear Studios. I Clash cominciarono a lavorare su nuove canzoni, e presero forma; Ghetto Defendant, Inoculated City, Know Your Rights, Straight to Hell e Should I Stay or Should I Go?; brani che sarebbero andati a comporre l'album successivo. Il gruppo registrò anche una canzone che rimase inedita, Midnight to Stevens, dedicata a Guy Stevens, morto di overdose causata da un'eccessiva assunzione di un medicinale prescrittogli contro l'alcolismo, il 29 agosto; i Clash rimasero profondamente scossi dall'accaduto.

Il 24 settembre, i Clash iniziarono il primo dei sette concerti serali previsti al Théatre Mogador di Parigi[12], concerti che ricevettero un'accoglienza tumultuosa; successivamente volarono a Vienna. In questo periodo cominciarono a emergere i primi problemi seri all'interno del gruppo, infatti il consumo di droga da parte di Topper Headon arrivava a costargli cento sterline al giorno[12], all'arrivo nella capitale austriaca Topper stava male.

In seguito i Clash decisero di continuare le registrazioni del nuovo materiale in America, arrivarono a New York a metà novembre[13], e cominciarono le registrazioni all'Electric Lady Studios, con il fonico Jeremy Green e con Tymon Dogg. Dalle prove il gruppo cominciò a creare varie canzoni e Topper iniziò la composizione di Rock the Casbah. Digby Cleaver, un nuovo assistente del gruppo, riguardo alla composizione del brano disse:

I Clash continuavano a lavorare su nuovi brani, e invitarono a intervenire nell'album diverse personalità esterne al gruppo; infatti Allen Ginsberg, sollecitato da Joe, intervenne durante una session di registrazione di Ghetto Defendant, aggiungendo una parte parlata sovrapposta a quella cantata di Strummer. I Clash registrarono molto materiale, che a differenza dell'album precedente, Sandinista!, dove prevaleva una netta commistione di stili musicali, era maggiormente mischiato ed era originato da un assemblaggio complessivo con interventi da parte di ogni membro del gruppo. Vennero registrati brani strumentali e altri con introduzioni di sole percussioni. Le canzoni presentavano tutte caratteristiche comuni sia nella composizione sia nei versi; infatti vi è una forte prevalenza di temi come la decadenza morale dell'America, e la guerra in Vietnam[14] intesa come riferimento ad ogni guerra. Sean Flynn, un brano prettamente strumentale, derivava il proprio nome dal figlio di Errol Flynn, che partecipò alla guerra in Vietnam, Flynn intraprese la carriera di fotografo di guerra, e in seguito venne dichiarato morto in combattimento dall'esercito[15]; Joe nel brano comprende la sensazione di dare un senso alla propria vita, e mostra la compassione per quei giovani la cui vita è stata fermata o rovinata dalla guerra.

Combat Rock

Nel giorno di capodanno del 1981 i Clash registrarono Straight to Hell (in italiano: Dritto all'inferno), brano dove la visione antimilitaristica di Strummer raggiunse i suoi massimi. Digby Cleaver, assistente del gruppo, racconta così la creazione del brano:

La canzone presenta una potente analisi dell'eredità lasciata dalla guerra in Vietnam, con un attacco al sistema americano narrato ad un immaginario bambino orientale: "Lascia che ti parli del tuo sangue, bambino di bambù, non è Coca-Cola, è riso". Joe descrisse così la registrazione:

In seguito, nei mesi di gennaio e febbraio, i Clash proseguirono il tour mondiale, visitando i paesi dell'Asia orientale e l'Australia. A Sydney il gruppo tentò di lavorare sui nastri del disco, ma fu difficile perché dopo i concerti non avevano l'udito in buone condizioni. A Bangkok, in Thailandia, il gruppo fece la foto di copertina per l'album che avevano ormai quasi completato, venne chiamato Combat Rock. Dopo essere tornati a Londra, i Clash cominciarono a lavorare sui missaggi e sulla lunghezza dei brani; era presente abbastanza materiale da farne un album doppio. Mick eseguì un mixaggio, ma Joe non lo approvò, così si dovette chiamare Glyn Jonhs, il celebre fonico che aveva lavorato con innumerevoli gruppi, tra cui anche i Beatles (infatti nel 1969 venne incaricato di rendere pubblicabile Get Back, che in seguito divenne Let It Be). Johns eliminò tutte le introduzioni strumentali, scartò vari brani che in seguito sarebbero apparsi su album illegali (The Beautiful People Are Ugly Too, Kill Time, e lo strumentale Walk Evil Talk); ne tolse altri per futuri lati B di singoli (First Night Back in London e Cool Confusion); l'album venne ridotto ad un disco singolo.

Combat Rock venne pubblicato il 14 maggio 1982 e sarebbe divenuto il loro album più venduto.

Contenente i singoli Rock the Casbah scritto dal batterista Topper Headon e Should I Stay or Should I Go, entrò nella Top Ten statunitense (unico album dei Clash ad esserci arrivato) e al secondo posto di quella britannica. Ghetto Defendant vedeva la partecipazione di Allen Ginsberg, mentre Red Angel Dragnet citava il film Taxi Driver con frasi di Robert De Niro campionate dal film originale. Da parte di alcuni appassionati della band è sempre stata espressa perplessità verso questo album, che a loro parere aveva perso la caratterizzazione fortemente politica e punk, anche a causa dei dissapori crescenti tra la band che di lì a qualche anno ne avrebbero causato lo scioglimento.

Tensioni e scioglimento (1982 - 1985)

Le tensioni interne non erano inizialmente apparenti, grazie al successo di Combat Rock. Ma dopo questo album i Clash iniziarono a disintegrarsi lentamente. Topper Headon venne cacciato a causa della sua dipendenza dall'eroina, che ormai rendeva difficile lo svolgimento dei concerti e lo aveva sempre maggiormente allontanato dal resto del gruppo, e il batterista originario, Terry Chimes, venne ripreso per suonare nei concerti successivi.

Topper Headon anni dopo disse riguardo alla propria condizione e agli avvenimenti del periodo:

I membri chiave entrarono in un gioco di vendette. Terry Chimes lasciò la band dopo il Combat Rock tour del 1982, convinto che il gruppo non potesse continuare con le lotte interne che l'agitavano. Nel 1983, dopo una lunga ricerca per un nuovo batterista, venne reclutato Pete Howard, che si esibì con la formazione originale in diverse date minori negli USA e davanti al più grande pubblico mai avuto dai Clash, allo US Festival di San Bernardino (California) l'ultima apparizione di Mick Jones con i Clash.

Nel settembre 1983, probabilmente lunedì 5 settembre[16], Strummer e Simonon estromisero Jones dal gruppo, citando il suo comportamento problematico e la divergenza nelle aspettative musicali: Jones fonderà i Big Audio Dynamite (BAD). In realtà è stato dichiarato dallo stesso Mick Jones che fu "Bernie" Rhodes a convincere Joe ad estrometterlo dal gruppo, facendo firmare un contratto di fedeltà a Paul, Joe e a lui stesso, contratto che Jones non firmò; Rhodes disse a Joe: "tu hai firmato, Paul anche... lui no, cos'ha lui di diverso da voi? Sei sicuro di volerlo ancora nel tuo gruppo?". Fu molto facile per il manager dei Clash convincere i due a cacciare Mick (Rhodes era stato cacciato dal ruolo di manager del gruppo proprio da Jones in precedenza e fra i due c'era sempre stata diffidenza reciproca).

Paul Simonon, in seguito, spiegò così l'accaduto:

Dopo una serie di audizioni la band annunciò che Nick Sheppard, già membro dei Cortinas di Bristol, e Vince White sarebbero stati i nuovi chitarristi del gruppo. La nuova formazione fece i suoi primi concerti nel gennaio 1984, presentando del nuovo materiale e si lanciò in un tour autofinanziato, soprannominato Out of Control Tour.

Musicalmente, la band era ancora in grado di ricreare a volte migliorare l'infuocata intensità della formazione originale, ma il feeling e la fiducia tra la vecchia guardia e i nuovi arrivati erano precari a causa delle circostanze e della poca familiarità. Indipendentemente da ciò, il gruppo fu in tour intensamente durante l'inverno e fino ad inizio estate, con Strummer che si prese una pausa fino all'autunno per seguire alcune questioni private. Ad un'esibizione in favore dei minatori in dicembre, egli annunciò che il gruppo aveva un nuovo album e lo avrebbe pubblicato all'inizio del nuovo anno.

Le sessioni di registrazione dell'album (che si tennero prevalentemente in uno studio di Monaco di Baviera) furono un massacro, col manager Bernie Rhodes che sprecò il considerevole talento di Howard in favore di una drum machine, reingegnerizzò gli arrangiamenti live delle canzoni e si affidò a sintetizzatori e cori da stadio. Altre canzoni eseguite durante il tour, come Jericho (conosciuta anche sotto i nomi di "Ammunition" o di "Thank You Chief")[17], Glue Zombie[18], (In the) Pouring Rain[19], non furono pubblicate.

Disilluso dall'album di Rhodes, Strummer portò la band a girovagare per l'Inghilterra del nord e la Scozia, suonando gratis agli angoli delle strade e nei bar. I Clash fecero i loro ultimi concerti in alcuni festival europei del 1985, con Strummer che infine riunì la band per scioglierla. Nel frattempo venne pubblicato l'album, Cut the Crap, che ricevette una scarsa accoglienza, anche se fece meglio dell'album dei Big Audio Dynamite negli USA. Cut the Crap non fu nemmeno incluso nella discografia ufficiale redatta dai Clash alcuni anni dopo, dato che Joe Strummer rinnegò il lavoro.

In realtà, nel corso del 1986, il gruppo tentò di rimettersi insieme con una nuova formazione. Questa formazione, guidata da Bernie Rhodes e da Paul Simonon (l'unico componente originale del gruppo rimasto, mentre Strummer aveva dato forfait qualche tempo prima), effettuò infatti diversi provini per reclutare nuovi componenti. Fortunatamente l'idea non ebbe seguito e di lì a poco venne dato l'annuncio ufficiale dello scioglimento dei Clash. Pare inoltre che gli stessi Simonon e Strummer avessero cercato di convincere Mick Jones a tornare nel gruppo: se non altro il tutto si risolse in una pacificazione degli animi, tanto che Jones invitò i due suoi ex colleghi a partecipare al video di Medicine Show, dei Big Audio Dynamite.

Politica

I Clash condividevano con il movimento punk le critiche al sistema ed alla monarchia e borghesia inglese. Rifiutavano però le tendenze nichiliste di alcuni colleghi, come ad esempio i Sex Pistols. Trovarono invece la solidarietà di diversi movimenti di liberazione attivi all'epoca. Le loro idee politiche erano espresse nei loro testi, nelle prime canzoni come White Riot, che incoraggiava i giovani bianchi scontenti a diventare attivi politicamente seguendo le orme della popolazione nera, Career Opportunities, che esprimeva il malcontento circa la carenza di posti di lavoro nel Regno Unito, e London's Burning, espressione della rabbia punk, ma allo stesso tempo estremamente analitica. Di fatto sono tra i primi gruppi ad utilizzare lo strumento musicale a fini manifestamente politici espressi però sempre in forma concreta (appoggio o critica a sistemi, a paesi o a semplici comportamenti).

In un caso, il 30 aprile 1978, ad un concerto di Rock Against Racism, organizzato dalla Anti-Nazi League, cui parteciparono oltre persone[20], Joe Strummer indossò una controversa t-shirt su cui apparivano le parole "Brigade Rosse" con al centro l'emblema e la sigla della Rote Armee Fraktion[4]. Egli disse in seguito che indossò la maglietta non per appoggiare le fazioni terroristiche di estrema sinistra in Italia e Germania, ma piuttosto per portare all'attenzione la loro esistenza. È significativo che proprio quel giorno i Clash suonarono la canzone Tommy Gun, canzone che richiama la banda Baader-Meinhof puntando l'attenzione su simili fenomeni e condannando la violenza, pur non senza qualche ambiguità.

I Clash offrirono il loro supporto al movimento Sandinista e ad altri movimenti marxisti dell'America Latina (da cui il titolo del loro album del 1980, Sandinista!). Nel dicembre 1979, all'epoca dell'uscita del loro album London Calling, i Clash (come i Dead Kennedys negli USA) stavano cercando di far quadrare il cerchio, mantenendo la loro energia punk mentre sviluppavano sempre più il loro essere musicisti. Erano in particolare timorosi della loro fama crescente: accolsero sempre i fan nei camerini dopo i concerti, mostrando un genuino interesse nella relazione con essi.

I Clash sono generalmente accreditati per aver fondato le radici del punk rock nella protesta liberale, ed erano noti per molti come i "rivoltosi dell'uomo pensante" per la loro visione politicamente astuta del mondo. Va notato che non furono mai completamente spinti dal denaro. Anche all'apice del successo, i biglietti dei concerti e i prezzi dei souvenir erano ragionevoli. Similarmente, il gruppo accettò delle royalty più basse per Sandinista! allo scopo di assicurarsi che l'album (triplo) venisse venduto allo stesso prezzo di un doppio LP. È noto che i membri dei Clash non hanno mai guadagnato grosse cifre, specie se paragonati a gruppi al loro livello. Si sa infatti che Joe Strummer al momento della sua morte ha lasciato alla moglie meno di un milione di sterline[21].

Le carriere soliste dei Clash oltre il gruppo

Joe Strummer

Strummer recitò in alcuni film, registrò colonne sonore (da notare Love Kills per il film Sid & Nancy), si dedicò alla produzione di altri artisti e sperimentò con diversi gruppi di supporto ottenendo un successo limitato. Nel 1991/92 Strummer si unì ai The Pogues, dopo l'abbandono del frontman Shane MacGowan, per una serie di concerti in Europa. Infine, nella seconda metà degli anni novanta, Strummer riunì dei musicisti di grido in una band di supporto che chiamò The Mescaleros. Strummer firmò un contratto con l'etichetta punk californiana Hellcat Records, e pubblicò un notevole album, scritto assieme ad Antony Genn, intitolato Rock Art and the X-Ray Style (1999). Seguì un tour in Inghilterra e Nord America, nel quale vennero eseguite diverse delle canzoni preferite dai fan dei Clash. Genn lasciò i Mescaleros nel mezzo delle sessioni di registrazione del secondo album, Global a Go-Go (edito nel 2001), nel quale compare anche il violinista e chitarrista Tymon Dogg, già collaboratore dei Clash, nonché vecchio amico di Joe. Dopo la pubblicazione di Global a Go-Go, Joe Strummer e i Mescaleros suonarono in un tour di 21 date in Nord America, Gran Bretagna e Irlanda. Ancora una volta, questi concerti presentavano materiale dei Clash (London Calling, Rudie Can't Fail), così come cover di classici del reggae e ska (The Harder They Come, A Message to you, Rudie) e si chiudevano regolarmente con un ammiccamento ai Ramones di Blitzkrieg Bop. Nel dicembre del 2002, Joe Strummer morì improvvisamente per un attacco di cuore, all'età di 50 anni. L'album dei Mescaleros su cui stava lavorando, Streetcore, che conteneva anche la reinterpretazione di Redemption Song di Bob Marley venne pubblicato postumo nel 2003, accolto dai favori della critica.

Fu lo stesso Marley il primo a omaggiare la band di Strummer quando nel 1977 incluse i Clash nel testo della sua Punky Reggae Party, in cui rivolge a tutti un invito a recarsi a questo fantomatico, imperdibile party in cui suoneranno fra gli altri, oltre ovviamente agli stessi Wailers, anche i Damned e per l'appunto i Clash.

Mick Jones

Dopo la sua controversa espulsione dal gruppo nel 1983, forma nel 1984 i Big Audio Dynamite insieme a Don Letts, gruppo con il quale è stato in attività fino al 1995. Della nuova band è rimasto abbastanza famoso l'insolito brano dance E=MC2 che ebbe discreta fortuna. Più di recente insieme a Tony James ha formato la band Carbon/Silicon, e si è anche dedicato alla carriera di produttore musicale.

Paul Simonon

Successivamente allo scioglimento dei Clash, si unì ad un gruppo chiamato Havana 3 A.M, che registrò un solo album in Giappone e sparì rapidamente. Simonon tornò quindi alle sue origini di artista visuale, presentando diverse performance in gallerie d'arte e contribuendo alla copertina del terzo album dei BAD di Mick Jones che per coincidenza venne co-prodotto da Joe Strummer. La riluttanza di Simonon a tornare a suonare è stata ampiamente citata come motivo per cui i Clash furono uno dei pochi gruppi punk britannici degli anni settanta che non si riunirono per approfittare della nostalgia del punk che si diffuse negli anni novanta. Comunque Mick Jones dichiarò alla stampa che, all'epoca della morte di Strummer, i quattro stavano considerando seriamente di riunirsi per un tour e che esistevano buone probabilità di riuscita dell'operazione. Attualmente fa parte insieme a Damon Albarn (Blur, Gorillaz) dei The Good, the Bad and the Queen, con i quali ha pubblicato l'album di debutto omonimo nel 2007.

Topper Headon

Dopo essere stato estromesso dalla band successivamente alla pubblicazione di Combat Rock, si trascinò senza meta con la dipendenza da eroina. Pubblicò comunque un album solista, Waking Up (1986), dal sapore jazz. Formò un gruppo jazz che ebbe breve vita. Dopo le riprese del documentario retrospettivo sui Clash di Don Letts, intitolato Westway to the World ed una successiva consegna a Strummer, Jones, Simonon e Headon di un Lifetime Achievement British Music Award, Headon scomparve dal mondo della musica. Va notato che il suo contributo ai Clash non fu per nulla limitato al suonare la batteria. Headon compose anche le parti di piano di Rock The Casbah. Attualmente si è disintossicato e continua a esibirsi dal vivo, facendo anche il tassista a Brighton. Fu in uno di questi concerti che apprese della morte di Strummer. Nel 2003 dichiarò che si sarebbe esibito in alcuni concerti di tributo a Joe.

Nel 2003 i Clash sono stati ammessi alla Rock and Roll Hall of Fame a New York, dove avrebbero dovuto riunirsi in concerto; concerto sfumato dopo la morte di Strummer.

L'eredità dei Clash

Il livello di celebrità dei Clash all'inizio degli anni ottanta era alle stelle. Di fatto, avevano impresso al punk rock ed a tutto il rock in generale una svolta che sarebbe rimasta nella storia. Appare quindi ovvio che la band londinese ebbe una straordinaria influenza su tutto il mondo della musica, sia sui gruppi pop e rock i cui membri sono cresciuti ascoltando le canzoni di Joe Strummer e compagni, sia ovviamente all'interno del mondo punk rock. All'interno del primo gruppo troviamo band molto famose in tutto il mondo come gli U2[22], Duran Duran, R.E.M., Nirvana[23], Stone Roses, The Cure, Pearl Jam (in particolare il cantante Eddie Vedder[24] ed il bassista Jeff Ament[25]), nonché i recentissimi Muse, Franz Ferdinand, Arctic Monkeys[26]; non mancano inoltre gruppi pop come i Scissor Sisters[27].

Dall'altra parte, essendo i Clash tra i fondatori del movimento punk rock, si può dire che hanno influenzato più o meno tutte le produzioni musicali successive, anche se non c'è dubbio che hanno avuto un ruolo ancor più decisivo nella successiva genesi sia del punk pop e del punk rock (e quindi nelle band che, più o meno, appartengono a questi sottogeneri come, ad esempio, Buzzcocks, Bad Religion, NOFX) sia nelle contaminazioni ska punk (Operation Ivy, Less Than Jake, Rancid). Questa ultima band in particolare non fa mistero di imitare i Clash il più possibile: hanno infatti due cantanti (Tim Armstrong e Lars Frederiksen) come i Clash avevano Strummer e Jones, un grande uso del basso con Matt Freeman come era con Paul Simonon e fanno abbondantemente ricorso a ritmi caraibici e pop. I Cypress Hill per la loro "What's Your Number" si sono basati sulla canzone "Guns of Brixton" dei Clash.

Infine, non va dimenticato che The Magnificent Seven è ritenuta la prima canzone hip hop della storia[28] o quantomeno la prima canzone hip hop ad essere passata in radio.

Fortemente influenzati dai Clash sono stati anche gli americani Rage Against the Machine, che hanno incluso nei ringraziamenti del loro primo cd omonimo il nome di Joe Strummer.

Inoltre il cantante rapper Fabri Fibra rende omaggio ai Clash citandoli apertamente nel video di Vip in Trip (singolo di "Controcultura" album uscito nel 2010).

Componenti del gruppo e collaboratori

La formazione principale era la seguente:

  • Joe Strummer (vero nome John Graham Mellor, nato nel 1952 ad Ankara, Turchia, morto il 22 dicembre 2002): prima voce, chitarra ritmica. Insieme a Mick Jones scrisse la maggior parte delle canzoni dei Clash.
  • Mick Jones (nato nel 1955 a Londra, Inghilterra): voce, chitarra solista. Suona in ogni album dei Clash tranne Cut the Crap.
  • Paul Simonon (nato nel 1955 a Londra, Inghilterra): voce, basso. Suona in ogni album del gruppo.
  • Topper Headon (vero nome Nicholas Bowen Headon, nato nel 1955 a Bromley, sobborgo di Londra, Inghilterra): batteria, percussioni. Topper è presente in ogni album del gruppo tranne The Clash e Cut the Crap.

Altri componenti del gruppo sono stati:

  • Keith Levene: chitarra solista (in seguito nei Public Image Ltd). Fu membro fondatore, nel 1976, e primo chitarrista solista dei Clash, ma non registrò mai con la band che lasciò in circostanze ambigue dopo 5 concerti (Rhodes, il manager, disse: "Tre chitarre sono troppe"). Levene è accreditato come coautore insieme a Strummer e Jones in un solo brano del primo album, What's my Name?.
  • Terry Chimes: batteria. Chimes è stato il batterista solo nel primo album, dove è accreditato come Tory Crimes, poi venne sostituito da Headon. In seguito rientrò nel gruppo per un breve periodo, dopo l'abbandono di Topper, nel 1982, ma poi ne uscì definitivamente.
  • Pete Howard: batteria. Presente nell'album Cut the Crap; è il batterista che subentrò dopo l'abbandono del gruppo da parte di Terry Chimes nel 1982, entrò nel gruppo agli inizi del 1983 e vi rimase fino allo scioglimento definitivo.
  • Nick Sheppard: chitarra. Presente nell'album Cut the Crap; è uno dei due chitarristi che sostituì Mick Jones dopo l'abbandono del gruppo nel settembre del 1983.
  • Vince White: chitarra. Presente nell'album Cut the Crap; è il secondo chitarrista che entrò nel gruppo in sostituzione di Mick Jones.

Altre persone che hanno contribuito, anche musicalmente, alla storia dei Clash:

  • Mickey Foote: tecnico del suono. Inizialmente fu il tecnico del suono del gruppo formato da Joe Strummer precedentemente ai Clash, gli 101'ers; in seguito collaborò con i Clash a realizzare il loro primo album, nel 1977, dove è accreditato come produttore.
  • Bernard Rhodes: manager del gruppo. Soprannominato "Bernie", è stato il manager del gruppo dal 1976 all'ottobre del 1978, poi venne riassunto nel febbraio del 1981 e fu manager del gruppo fino allo scioglimento. Non ebbe mai ottimi rapporti con i Clash, soprattutto con Mick Jones, rapporti che contribuirono in maniera notevole alla disintegrazione del gruppo. È accreditato come co-autore, insieme a Joe Strummer, di ogni brano dell'album Cut the Crap, dove è anche accreditato come produttore.
  • Bill Price: tecnico del suono. È la persona che collaborò maggiormente in studio di registrazione con il gruppo. Bill Price ha registrato gli album London Calling e Sandinista![29], e ha prodotto l'EP The Cost of Living.
  • Johnny Green: assistente del gruppo.
  • Sandy Pearlman: produttore discografico. Sandy Pearlman è stato il produttore del secondo album dei Clash, Give 'Em Enough Rope, nel 1978.
  • Guy Stevens: produttore discografico. Guy Stevens è stato il produttore del terzo album del gruppo, London Calling.
  • Mickey Gallagher: tastierista. Collaborò con i Clash agli album London Calling e Sandinista!, lo strumento che suonò principalmente fu l'organo Hammond.
  • Mikey Dread: musicista giamaicano. Musicista reggae e dub, collaborò con il gruppo nel singolo Bankrobber, del 1979; e in Sandinista!, dove introdusse innumerevoli effetti sonori, è co-autore, insieme ai Clash, di tre brani dello stesso album.
  • Ellen Foley: cantante. Canta in Hitsville UK, brano contenuto in Sandinista!; e fa i cori in Car Jamming, contenuto in Combat Rock.
  • Gary Barnacle: sassofonista. Suona in Sandinista!, e in Combat Rock nel brano Sean Flynn.
  • Tymon Dogg: violinista. Suona il violino in Sandinista!, dove è anche autore di un brano, Lose this Skin.

Timeline componenti

Discografia

Album studio

  • 1977 - The Clash
  • 1978 - Give 'Em Enough Rope
  • 1979 - The Clash [U.S.]
  • 1979 - London Calling
  • 1980 - Sandinista!
  • 1982 - Combat Rock
  • 1985 - Cut the Crap

Videografia

DVD - Videocassette

  • 1980 - Rude Boy
  • 1986 - This Is Video Clash
  • 1999 - Westway to the World
  • 2003 - The Essential Clash
  • 2007 - Up Close & Personal
  • 2007 - Il futuro non è scritto - Joe Strummer
  • 2008 - Revolution Rock

Tour

  • 1976 - Anarchy Tour (dicembre, Inghilterra, in supporto ai Sex Pistols)
  • 1977 - White Riot Tour (maggio, Inghilterra)
  • 1977 - Get out of Control Tour (ottobre-dicembre, Regno Unito)
  • 1978 - On Parole Tour (giugno-luglio, Regno Unito)
  • 1978 - Sort it out Tour (ottobre-dicembre, Regno Unito, Europa)
  • 1979 - Pearl Harbour Tour (gennaio-febbraio, Stati Uniti, Canada)
  • 1979 - The Clash Take the Fifth Tour (settembre-ottobre, Stati Uniti, Canada)
  • 1980 - 16 Tons Tour (gennaio-giugno, Regno Unito, Stati Uniti, Europa)
  • 1981 - Impossible Mission Tour (aprile-maggio, Europa)
  • 1981 - Radio Clash (ottobre, Regno Unito)
  • 1982 - Far East Tour (gennaio-febbraio, Giappone, Nuova Zelanda, Australia, Cina)
  • 1982 - Casbah Club Tour (maggio-agosto, Stati Uniti, Canada, Regno Unito)
  • 1982 - Combat Rock Tour (agosto-ottobre, Stati Uniti)
  • 1984 - Out of Control Tour

I Clash e Rolling Stone

Alcune delle produzioni dei Clash furono inserite nelle classifiche dei 500 migliori album e delle 500 migliori canzoni di Rolling Stone.Vi sono infatti 3 album e 5 canzoni; qui riportate in ordine di classifica in senso decrescente.

Album

  • London Calling: numero 8[30]
  • The Clash: numero 81[31]
  • Sandinista!: numero 407[32]

Brani

  • London Calling: numero 15[33]
  • Should I Stay or Should I Go: numero 228[34]
  • Train in Vain: numero 298[35]
  • Complete Control: numero 371[36]
  • (White Man) in Hammersmith Palais: numero 437[37]

Note

  1. 1,0 1,1 1,2 1,3 (EN)The Clash su Allmusic
  2. (EN)The Clash (album) su Allmusic
  3. The Immortals: The First Fifty : Rolling Stone
  4. 4,0 4,1 4,2 4,3 4,4 4,5 4,6 4,7 4,8 4,9 Pat Gilbert, The Clash: Death or Glory, Editori Arcana, Roma, 2006, pp. 163, 203, 196, 208-210, 265, 106, 363-369, 238
  5. 5,0 5,1 5,2 Mauro Zaccuri, Paolo Vites, The Clash, collana Legends: Punk, Editori Riuniti, Roma, 2003, pp.17
  6. Strummer's lasting culture Clash (in en). news.bbc.co.uk, 23 dicembre 2002. URL consultato il 2 maggio 2014 .
  7. Pag. 361, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  8. Pag. 363, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  9. Pag. 364, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  10. Pag. 365, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  11. Pag. 367, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  12. 12,0 12,1 Pag. 370, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  13. Pag. 373, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  14. Pag. 375, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  15. Pag. 376, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  16. Pag. 413, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  17. Jericho ("Ammunition") (in en). Clash.wiki.com. URL consultato il 19 marzo 2010 .
  18. Glue Zombie (in en). Clash.wiki.com. URL consultato il 19 marzo 2010 .
  19. (In the) Pouring Rain (in en). Clash.wiki.com. URL consultato il 19 marzo 2010 .
  20. TRB - Rock Against Racism
  21. Latest UK News Headlines - Mirror.co.uk
  22. BBC NEWS | Entertainment | Clash star Strummer dies
  23. Kurt Cobain dichiarò di essere stato un grande fan dei Clash ma di esser rimasto deluso da Sandinista!.
  24. Eddie Vedder Biography - AOL Music
  25. Jeff Ament Biography - AOL Music
  26. BBC - collective - Arctic Monkeys - Whatever People Say
  27. Repubblica.it » spettacoli_e_cultura » Il gay rock degli Scissor Sisters Sbarca in Europa: "Ci manda Elton"
  28. Strummer raccontava sempre con soddisfazione di aver visto che a New York questa canzone era diventata un punto di riferimento per i ragazzi di colore: http://fuoriaula.univr.it:7777/portal/page?_pageid=65,37804&_dad=portal&_schema=PORTAL&id_item=43625
  29. Pagine 470 e 473, Pat Gilbert, The Clash, Death Or Glory; 2007, Arcana Editore.
  30. 500 Greatest Albums of All Time: The Clash, 'London Calling'. Rolling Stone. URL consultato il 2 giugno 2013 .
  31. 500 Greatest Albums of All Time: The Clash, 'The Clash'. Rolling Stone. URL consultato il 2 giugno 2013 .
  32. 500 Greatest Albums of All Time: The Clash, 'Sandinista'. Rolling Stone. URL consultato il 2 giugno 2013 .
  33. 500 Greatest Songs of All Time: The Clash, 'London Calling'. Rolling Stone. URL consultato il 2 giugno 2013 .
  34. 500 Greatest Songs of All Time: The Clash, 'Should I Stay or Should I Go'. Rolling Stone. URL consultato il 2 giugno 2013 .
  35. 500 Greatest Songs of All Time: The Clash, 'Train in Vain'. Rolling Stone. URL consultato il 2 giugno 2013 .
  36. 500 Greatest Songs of All Time: The Clash, 'Complete Control'. Rolling Stone. URL consultato il 2 giugno 2013 .
  37. 500 Greatest Songs of All Time: The Clash, 'White Man In Hammersmith Palais'. Rolling Stone. URL consultato il 2 giugno 2013 .

Bibliografia

  • Alberto Campo, Giuseppe Culicchia (a cura di), Clash, Testi con traduzione a fronte, Giunti, Firenze, 1998. ISBN 88-09-21509-5
  • Mauro Zaccuri, Paolo Vites, The Clash, collana Legends: Punk, Editori Riuniti, Roma, 2003. ISBN 88-359-5398-7
  • Stefano Hourria, Il futuro non è scritto. Nel Regno Unito dei Clash, Selene, Milano, 2004. ISBN 88-86267-88-6
  • Pat Gilbert, The Clash: Death or Glory, Arcana, Roma, 2006. ISBN 88-7966-410-7
  • Anna Mioni, Claudia Benetello (a cura di), The Clash, Isbn edizioni, Milano, 2008. ISBN 978-88-7638-108-9

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